Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Andrea Chiesi (Modena 1966) durante una conviviale organizzata nel 2019 (prima che la pandemia ci bloccasse) dal nostro past President Righi. Già durante quel primo incontro abbiamo potuto cominciare ad apprezzare la sua storia e il suo lavoro.
In questa sua interessante personale “Natura vincit” vengono proposti lavori di periodi e tecniche diverse; l’artista stesso ci ha accompagnato nella visita insieme ad uno dei curatori della mostra, Andrea Losavio, che ha curato anche il notevole catalogo dedicato che abbiamo potuta vedere in assoluta anteprima (è stato infatti presentato alla stampa proprio il giorno successivo al nostro incontro). La mostra è stata allestita nella ex chiesa di San Paolo e nella Sala delle Monache di via Selmi 63.
Il Presidente Salvatore Aloisio, organizzando questa visita, ci ha dato quindi l’agio di riassaporare al completo l’opera di Chiesi e di gustarla all’interno dello splendido complesso del San Paolo che ha riaperto al pubblico dopo i lavori di restauro. A lungo sede espositiva per le iniziative della provincia, erano oltre 15 anni che questi luoghi non erano a disposizione della comunità.
Gli spazi della ex chiesa ospitano la sezione della mostra intitolata “Eschatos” (ultimo). Le opere qui raccolte – dipinti a olio realizzati nell’ultimo decennio – sono accomunate dal tema dell’archeologia industriale così come punteggia il territorio italiano. Se infatti l’industria ha in buona parte abbandonato il Paese, ne rimangono tracce più che evidenti. . Il titolo Eschatos – ‘Ultimo’ – rimanda all’attitudine propria dell’uomo, che da sempre si è interrogato sul destino ultimo, sulla fine delle cose, sul senso dell’esistenza anche attraverso l’arte.
Con una pittura realista, intrisa di malinconia, Andrea Chiesi indaga strutture architettoniche di una modernità velocemente obsoleta, dipingendo il tempo dell’abbandono. Lavori su tela, anche di dimensioni importanti, con soggetti quali archeologie industriali, luoghi abbandonati in grado di trasformarsi, nella loro essenzialità e monocromia, in ipnotiche astrazioni; sono i lavori che hanno fatto conoscere Chiesi a livello nazionale ed internazionale rendendolo il più conosciuto ed apprezzato artista modenese della sua generazione. Sono opere in cui Chiesi trasferisce la propria concezione del lavoro dell’artista come lavoro metodico, preciso, appassionato, lavoro concettuale e perfomativo (nella scelta dei luoghi e nella selezione degli scorci), ma anche intenso lavoro manuale che richiede tempo e competenza.
Nella Sala delle Monache, invece, c’è la sezione “Anastasis”, ovvero resurrezione, con riferimento alla rinascita dello spirito, ma anche della natura; opere più recenti, realizzate da Chiesi a inchiostro su carta di grande formato. Il tema comune è il sorprendente potere che la natura dimostra nel riconquistare pazientemente non soltanto i luoghi abbandonati dall’uomo, ma anche quelli che continua a occupare stabilmente (Natura vincit). Evoluzione e trasformazione della poetica dell’artista molto significativa nell’ambito di una sua piena riconoscibilità. La forza e la naturalezza delle piante che invadono fabbriche e ambienti e a loro si accompagnano rispecchiandosi meravigliosamente nell’inchiostro di china che si spande sulla carta.
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