Care amiche e cari amici,
scrivo per augurarvi un felice Natale e anche un buon 2022, visto che abbiamo deciso di cancellare l’aperitivo augurale, in precedenza fissato per il 28. È stata una decisione molto sofferta, sotto la spinta del principio di precauzione, ma spero sinceramente che si riveli un eccesso di prudenza e che dopo le vacanze si possa ripristinare l’attività ordinaria.
Aggiungo agli auguri qualche considerazione in tema natalizio, ma non essendo versato in ambito teologico, etico o letterario, preferisco formulare qualche considerazione sull’idea di Pace che, spesso, nella nostra cultura, è associata alla ricorrenza del Natale.
Quello della pace è, peraltro, un tema fortemente rotariano; ricordiamo infatti che il Rotary pone tra i propri scopi la «comprensione, buona volontà e pace tra i popoli mediante una rete internazionale di professionisti e imprenditori di entrambi i sessi, accomunati dall’ideale del servire» e inserisce tra le proprie linee d’azione l’Azione internazionale, rivolta a sviluppare la pace e la comprensione tra i popoli. Il Rotary, inoltre, partecipò fin dall’inizio alle discussioni sulla fondazione delle Nazioni unite e al suo interno si sviluppò un dibattito davvero interessante, in grado di prefigurare i limiti di ciò che si stava costruendo. Pensate che nel giugno 1946 la rivista The Rotarian pubblicava una discussione (ad altissimo livello: un premio Nobel per la Pace ed un ex giudice della Corte Suprema americana) intitolata: U.N. or World State? che risulta di grande attualità….
https://books.google.com/books?id=1UMEAAAAMBAJ&lpg=PP1&pg=PP1#v=onepage&q&f=false.
Tuttora, il R.I. detiene il più alto status consultivo esteso a un’organizzazione non governativa dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.
Dunque un progetto di pace da realizzare con azioni concrete, umanitarie e istituzionali.
Questa visione, che non scade nel mero pacifismo, è molto vicina alla lettura della nozione di pace che più condivido, molto ben descritta in due saggi di un alto diplomatico britannico, Lord Lothian, pubblicati nel 1923 e nel 1941 con i titoli, significativi, de “La prevenzione della guerra” ed “Il pacifismo non basta”. Nei quali individua e stigmatizza i limiti del pacifismo, “il pacifista può sacrificare la sua vita pur di non uccidere i suoi fratelli. Egli avrà fatto ben poco per porre fine alla guerra” scrive, e individua nel “Regno della legge” l’unica soluzione.
Se siete arrivati in fondo a questo lungo “sproloquio” vi saluto con i link a due video con pezzi musicali ambientati nel contesto della c.d “tregua di Natale” che si verificò spontaneamente nel 1914 sul “fronte occidentale”.
Il primo è relativo ad un noto brano di Paul McCartney, risalente al 1983….
https://www.youtube.com/watch?v=TwyFTRGiIUU
Il secondo riporta alcuni canti natalizi inseriti nel contesto della “tregua”
https://www.youtube.com/watch?v=-cSrqRdlFeo
ed è tratto da un film di qualche anno fa, intitolato appunto: “Joyeux Noël”
E con questo augurio mi congedo da Voi.
Salvatore